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L’acquisizione di CR7 è una svolta epocale non solo nella storia della Juve, ma del calcio italiano. Che va ben oltre i risultati calcistici…

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L’acquisto di Cristiano Ronaldo da parte della Juventus ha segnato una svolta epocale per le cifre, la levatura del personaggio ed il momento storico del calcio.

Inizialmente, con le prime fughe di notizie sulla trattativa, l’opinione pubblica era sconcertata e incredula, a confermare la sudditanza psicologica del nostro campionato ed un atteggiamento provinciale tipicamente italiano anche nel calcio. Quando tutti hanno capito che Cristiano Ronaldo e Jorge Mendes, il suo potentissimo agente, avevano davvero in mente un trasferimento in Italia, il clamore suscitato è il segno di uno spartiacque per la Juventus e per il calcio italiano.

L’operazione ha molte implicazioni.

Un’implicazione sportiva, anzitutto, dal momento che la Juventus, sconfitta in due delle ultime quattro finali di Champions League, prende Ronaldo, che invece ne ha vinte quattro delle ultime cinque!

Un’implicazione di costo, dal momento che i costi legati a cartellino e ingaggio sono fuori da ogni parametro precedentemente stabilito (Higuaín fu pagato € 97 milioni ma guadagnava un quarto di quanto guadagna il portoghese). Negli ultimi 8 anni, la Juventus si è distinta per una gestione sportiva profittevole  e senza follie (a parte il Pipita).

Un’implicazione di sostenibilità, perché Ronaldo va per i 34 anni, ma ha trovato un modo efficace per sopperire ai rallentamenti dell’età a tal punto da sembrarne immune. Il rigore negli allenamenti, nella preparazione e nell’alimentazione stanno pagando i sacrifici che il portoghese fa. Il fatto che la Juventus abbia deciso di puntare su di lui con un contratto di quattro anni, evidenzia un un’interruzione brusca della linearità del modello di gestione del mercato fino ad oggi. Più il marchio Juve è cresciuto, grazie alle affermazioni in campo europeo, maggiore è stato il potere d’acquisto del club. In questo senso l’operazione Ronaldo ha rappresentato uno step inevitabile.

Un’implicazione di rischio, dal momento che Ronaldo alla Juve è stato un vero e proprio blitz: costa tantissimo, non ha mai giocato in Italia e, per di più, nonostante un rendimento monstre, ha imboccato la fase discendete della sua parabola sportiva anagrafica. Resta comunque un giocatore stratosferico, un’opportunità straordinaria, un leader naturale, altra cosa inconsueta per la gestione dello spogliatoio della Juve.

A parte le varie questioni legate alla possibile svalutazione del cartellino ed al rischio di risultati sportivi (deve arrivare la Champions a questo punto!), l’operazione è una forma di ammodernamento del calcio italiano: la Juventus ha fatto sia un’operazione sportiva sia una grandissima operazione di marketing con effetti sulla crescita del brand e sulla crescita del merchandising. L’effetto di trascinamento che CR7 sarà in grado di generare sui numeri veri della Juventus è dimostrabile dai numeri digitali del portoghese paragonati a quelli della Juve:

  • 134 milioni di follower su Instagram vs 11 milioni
  • 122 milioni di follower su Facebook vs 33 milioni
  • 74 milioni di follower su Twitter vs 6 milioni

Ronaldo ha pubblicato 580 post nel 2017, generando 1 miliardo di interazioni e 2 miliardi e mezzo di viewer dei suoi video. Ogni post che pubblica ha un valore medio di 2,3 milioni di interazioni.

Il confronto con la Juventus diventa ancora più impietoso se consideriamo che si stima un valore di $ 180 milioni di fatturato nel 2018 generato dal solo web nelle casse di CR7, cui va ad aggiungersi il contratto a vita con la Nike, che spinge il fatturato al miliardo, contro i circa 500 milioni della Juve. Cioè a dire che un uomo solo vale più di un club glorioso e vincente come la Juventus.

L’operazione CR7 fa eco a quella di Diego Maradona al Napoli: arrivò per circa 17 miliardi di vecchie lire, circa € 9 milioni, fondamentalmente per vincere. Ma il calcio oggi vive una dimensione completamente diversa.

Ronaldo deve vincere la Champions ma il valore reale dell’operazione sta nei numeri visti prima: in questo senso, la Juve si proietta tra i top club del mondo e ha intrapreso con decisione la strada dello sport come entertainment puro, dove i bilanci si fanno con gli stadi-centri commerciali, con il merchandising, e con meccanismi di incrocio digitali.

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