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Secondo uno studio, avere rapporti con un robot è già considerato moralmente più accettabile che con un professionista in carne ed ossa.

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La chiamano già robophilia ed uno studio dell’Università di Helsinki, condotto su 432 partecipanti, sembra stabilire un fatto chiaro: fare sesso con un sex robot sembra moralmente più accettabile che farlo con un lavoratore o una lavoratrice del sesso. Questo risultato potrebbe profetizzare che gli androidi dedicati al sesso possano un giorno sconfiggere la piaga della prostituzione schiavista e criminale.

Dall’altra parte dell’oceano, la Concordia University di Montreal, in Canada, sta per esempio cercando partecipanti per un suo studio dedicato a “attitudini, convinzioni e opinioni” sui robot destinati al sesso, secondo cui i ricercatori hanno creato due scenari per due profili: una breve storia di fantascienza, in cui un uomo di circa 30 anni in viaggio in una città dell’Europa occidentale per lavoro decide di entrare in un bordello, ambientata nel 2035. In uno scenario, la struttura è occupata da sex robot e nell’altro da professionisti. Le due situazioni sono state complicate specificando che in un caso la persona era single, in un altro con famiglia. La storia è stata replicata esattamente mente anche per una donna. In tutti e quattro, i 4 personaggi pagano non meglio specificate prestazioni sessuali. Anche in questo studio, si richiama l’attenzione su una valutazione morale, perché sembra che pagare per un sex robot sia condannato in modo meno severo.

L’analisi richiama l’attenzione anche su fattori psicologici, quali l’interesse nella fantascienza e la sensibilità. I risultati indicano che fare sesso con un robot è considerato alla pari del sesso ma il sex robot viene visto come un robot (per fortuna!).

Tutto questo accende inevitabilmente una luce: quando i robot faranno definitivamente parte della nostra vita, sarà l’inizio di un’epoca, con tutte le implicazioni morali, giuridiche e affettive finora inedite!

 

 

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