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Una ricerca fatta dal celebre social network ha messo in evidenza alcune skill, tra cui emergono quelle soft come preponderanti e vincenti.

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LinkedIn è il network professionale più grande al mondo. In 15 anni, la piattaforma che si può definire di social business network ha raggiunto 562 milioni di utenti e nel 2016 è stata rilevata da Microsoft per 26 miliardi di dollari. Fondamentalmente, si tratta di una piattaforma nata per mettere in contatto chi domanda lavoro e chi cerca lavoro. Cosa molto smart e utile, ma che in Italia, nonostante una community di 11 milioni di user, viene utilizzata solo da poco più del 20% attivamente.

LinkedIn resta senz’altro un social network estremamente profilato e molto utilizzato da cacciatori di teste e società di selezione del personale per mappare i profili dei candidati. Avendo “il polso del mercato”, dunque, LinkedIn ha realizzato una ricerca, condotta da Guy Berger, Economist in LinkedIn, per identificare il “genoma delle abilità”, cioè un profilo di skill unico per città, funzione aziendale, settore. La ricerca esplora le skill di diversi programmi universitari con lo scopo di evidenziare quelle determinanti per competere sul mercato del lavoro. La ricerca è arrivata a due set principali di skill: le abilità interpersonali, come leadership e collaborazione, e le abilità tecnologiche di base, come l’uso di Word o Excel.

La ricerca ha inoltre evidenziato alcune cose molto interessanti: non solo le generazioni più giovani tendono a specializzarsi di più, anche grazie ad un’elevata mobilità internazionale degli studenti, ma le abilità interpersonali non saranno mai rese obsolete dalle tecnologie digitali emergenti come l’Intelligenza Artificiale. La prova di questo è legata allo sviluppo dei laureati di percorsi universitari umanistici entrati nel settore tecnologico tra il 2010 ed il 2013 superiore del 10% ai laureati in discipline informatiche oppure in Ingegneria.

Mentre durante un colloquio di lavoro ci sono alcuni elementi fondamentali, quali il dress-code, la stretta di mano, la mimica facciale, la fluidità dell’eloquio, un cv adeguato e soprattutto sintetico (al massimo una pagina, ricordate!), chi sta di fronte e selezione deve però anche guardare le competenze del candidato. Insieme alle abilità più strettamente tecniche evidenziate dalla ricerca LinkedIn, l’attenzione crescente va posta su cinque soft skills identificate.

Creatività. Il tema del rapporto uomo-macchina alimenta i dibattiti contemporanei. Ma mentre l’Intelligenza Artificiale potrà svolgere molti compiti “umani”, le macchine non saranno mai in grado di sostituire la creatività umana, soprattutto se applicata al problem solving.

Capacità di persuasione. Si può disporre del miglior prodotto o servizio al mondo, oppure dell’idea del secolo, ma senza un’adeguata capacità comunicativa e persuasiva, i prodotti resteranno invenduti e le idee nel cassetto. Chi è capace di farlo è indubbiamente un collaboratore prezioso.

Collaborazione. In un mondo globalizzato e completamente integrato, non esistono più compartimenti stagno in termini funzionali e di competenze, come pure di etnie. Essere in grado di gestire e costruire questi rapporti diventa dunque importantissimo.

Adattabilità. Il lavoro al giorno d’oggi cambia alla velocità della luce. Le soluzioni di ieri sono già vecchie e obsolete. Agilità, flessibilità e resilienza sono valori strategici assoluti per il personale di un’azienda.

Gestione del tempo. La capacità di autogestirsi e organizzarsi, in un mondo di smart working e home office, è un altro valore assoluto.

Queste abilità sono parte del concetto di intelligenza socio-emotiva costituita da skill che ancora non sono neppure codificate nel nostro insegnamento!

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