I dilemmi etici posti dall’uso di tecnologie sofisticate sono sempre più critici, via via che la tecnologia diventa più complessa.
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Il dilemma etico legato al mondo della robotica è tutt’altro che banale e semplice, tanto che già esistono progetti finalizzati ad una sorta di “regolamentazione” etica dell’uso dell’intelligenza artificiale. Lo scorso anno, l’America’s Carnegie Mellon University ha annunciato un nuovo centro per studiare l’etica dell’intelligenza artificiale; sotto la Presidenza Obama, la Casa Bianca ha pubblicato un articolo sullo stesso argomento; e i giganti della tecnologia, tra cui Facebook e Google, hanno annunciato una partnership per definire un quadro etico per l’intelligenza artificiale.
Perché parlare di regole etiche per l’Intelligenza Artificiale?
Perché, anche se i potenziali benefici sono enormi, non possiamo prevedere le implicazioni etiche. Alcune sono già attuali e di uso quotidiano: ad esempio, gli algoritmi di Facebook e Google possono influenzare le emozioni come le elezioni. Altre verranno nel futuro: pensiamo, ad esempio, ai veicoli a guida autonoma o gli androidi al lavoro.
Come possiamo garantire che questi algoritmi siano progettati correttamente e adeguatamente? Quali regole dare ai sistemi che potranno essere utilizzati per determinare promozioni al lavoro o l’attribuzione della stanza al college? La polizia locale dovrebbe usare il software di riconoscimento facciale? Che impatto avrà sulla nostra privacy? Cosa accadrebbe se i nostri Kindle fossero integrati con software di riconoscimento facciale e sensori bio-metrici, in modo che il dispositivo possa leggere l’influenza delle frasi sulla frequenza cardiaca e sulla pressione sanguigna? Come decidiamo cosa può decidere di fare un’auto senza conducente? Come decidiamo cosa possono decidere di fare i robot?
L’umanità dovrà affrontare domande a cui non ha ancora risposto. Se non ci prepariamo in anticipo, potremmo rischiare di alterare il corso delle cose senza comprenderne appieno le conseguenze, creando enormi disuguaglianze.
Tradizionalmente, i progressi tecnologici superano il processo politico: già abbiamo mancato la redazione di una carta dei valori per Internet, che di fatto non ha regole. Non possiamo però permetterci l’indifferenza o il lassismo di fronte a biotecnologie o intelligenza artificiale.
Anche perché il nostro futuro appartiene sempre più a ingegneri e imprenditori, che non sono necessariamente tenuti a dare conto a nessuno!
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