La necessità di formare i bambini e i giovani con competenze e abilità nuove pone l’urgenza di una riforma sostanziale dei sistemi di istruzione
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La parola “disruptive”, che significa dirompente, turbolento, disgregante, è quella più frequentemente associata alla Quarta Rivoluzione Industriale, guidata dall’Intelligenza Artificiale, proprio perché la tecnologia dell’automazione e delle macchine pensanti sta determinando cambiamenti epocali del modo in cui viviamo e lavoriamo. Le persone di tutto il mondo hanno adottato servizi di trasporto come Uber, in alternativa ai tassisti tradizionali. Quando le auto abilitate dall’intelligenza artificiale a guidare senza conducente diventeranno affidabili, anche il taxi con conducente in generale potrebbe essere a sua volta superato. Nella compravendita di titoli sul mercato, come azioni e obbligazioni, il 79% delle transazioni di mercato viene eseguito da software, che sono in grado di identificare modelli meglio di quanto posa fare una persona. La rete di Airbnb sta superando il modello tradizionale di ospitalità alberghiera.
I processi di automazione significano migliore efficienza e aumento dei profitti per le aziende, e opzioni più economiche, convenienti e affidabili, per gli utenti.
Ma allora davvero i robot mangeranno gli uomini?!
La domanda è provocatoria ma è lontana dalla verità, perché la Rivoluzione Digitale, come tutti i movimenti rivoluzionari, porterà sicuramente rischi, ma anche incredibili vantaggi ed enormi opportunità. Le macchine potranno fare moltissime cose meglio di una persona, ma l’ingegno e la creatività dell’essere umano rimangono unici e centrali nel futuro.
Come in tutte le rivoluzioni, anche in quella Digitale ci sarà chi perde e chi vince, e per vincere, e non farsi superare dalle nuove tecnologie, sarà fondamentale lo sviluppo del capitale umano, offrendo ai giovani l’opportunità di formarsi per quello che serve, non per quelle che è oggi! Perché se i sistemi di istruzione non offrono programmi orientati alle abilità e competenze indispensabili, allora si rischia un gran casino per i giovani che studiano, che possono restare fuori!
Gli interventi più urgenti riguardano la scuola: già molti Paesi stanno investendo risorse nell’istruzione prescolare e nel miglioramento della qualità dell’istruzione. La strada è esattamente questa: da un lato, è indispensabile trasformare i programmi attuali, includendo contenuti non ancora codificati, come il pensiero critico, la comunicazione, la creatività, il problem-solving e la leadership; e dall’altro, cambiare il modo in cui si insegna, concentrandosi meno sull’apprendimento meccanico e di più sull’apprendimento esperienziale.
Eppure, i progressi nella tecnologia dell’informazione stanno rivoluzionando tutto il mondo tranne l’istruzione, che resta un sistema antiquato e non innovativo, con lezioni frontali, la classe come ambiente esclusivo di apprendimento, nozioni somministrate dall’insegnante che spiega, voti attribuiti al profitto sulle nozioni apprese, studenti collocati in gruppi arbitrari in base alla loro età, indipendentemente dalle loro competenze.
Il governo regola le scuole forse più di qualsiasi altra organizzazione: l’ambiente in cui i ragazzi devono studiare, come imparano, chi insegnerà loro, cosa sarà insegnato, il che limita moltissimo l’innovazione.
Un punto di partenza straordinario per superare questi ostacoli e spalancare le porte della scuola all’innovazione è convincere gli insegnanti che la tecnologia li rafforzerà, aiutando gli studenti a imparare meglio, coinvolgendoli e ingaggiandoli di più. Oggi la maggior parte degli insegnanti ritiene che le tecnologie educative distraggano i ragazzi: al contrario, le app educative e le piattaforme di comunicazione dovrebbero essere parte integrante della loro strategia di insegnamento.
Il futuro dei giovani è già iniziato, ma un sistema giurassico non riesce più a sostenere il loro sviluppo formativo. I dinosauri si sono estinti!
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