Una classifica molto particolare che riguarda il livello di attenzione e investimento da parte degli Stati nei sistemi di istruzione e nello sviluppo delle persone. Con posizioni nella top ten davvero sorprendenti.
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Le competenze rappresentano la risorsa più preziosa di ogni Paese che voglia progredire, quindi, il capitale umano, l’investimento nelle persone.
Ma quali sono i Paesi nel mondo che valorizzano meglio degli altri il proprio capitale umano?
Il World Economic Forum ha realizzato lo Human Capital Report nel 2017, uno studio condotto sui Paesi del mondo e basato su alcuni parametri come tasso di iscrizione alla scuola elementare, tasso di iscrizione alla scuola secondaria, diversità di genere, alfabetizzazione, calcolo, tasso di occupazione, formazione del personale, e così via.
Ed ecco questa particolare classifica, davvero impietosa per l’Italia!
- Norvegia: un monumento all’istruzione che la mette al primo posto per qualità del sistema e occupazione.
- Finlandia: ottima per sviluppo (istruire i giovani e riqualificare i lavoratori), alta qualità del sistema educativo, capacità (ampiezza delle competenze utilizzate al lavoro), nonostante una disoccupazione giovanile al 20%.
- Svizzera: ha un sistema educativo di alta qualità, compresa la formazione del personale. Bene anche per capacità e occupazione ad alta intensità di competenze.
- USA: il miglior sistema educativo fuori dall’Europa.
- Danimarca: sistema educativo di assoluta qualità, soprattutto per le scuole primarie e secondarie.
- Germania: il primo grande Paese EU in classifica.
- Nuova Zelanda: un punteggio elevato per la qualità del sistema di istruzione,
- Svezia: ottime performance sebbene la qualità dei sistemi sia inferiore a quella di Norvegia e Finlandia.
- Slovenia: ottima posizione per capacità e know-how;
- Austria: sistema di formazione consolidato e alta diversità di competenze.
La cosa sorprendente è che i Paesi nel mondo in generale hanno sviluppato solo il 62% del capitale umano: questo significa che i Paesi di tutto il mondo trascurano o sprecano, in media, il 38% dei loro talenti.
I Paesi che fanno meglio sono quelli che hanno riformato profondamente i loro sistemi di istruzione. Ad esempio, l’idea di un’istruzione che inizia da bambini e finisce con la scuola superiore oppure con l’università è una reliquia del passato: le economie moderne sono sempre più fondate sulla conoscenza, guidate dalla tecnologia e globalizzate. Tutto questo deriva dal fatto che molti si troveranno a fare lavori che ancora non esistono, per cui c’è un crescente bisogno di riqualificare meglio chi già lavora e di qualificare adeguatamente chi non lavora, cioè i giovani.
La necessità di aggiornamenti formativi che durano tutta la vita è fortissima, perché le abilità sono dinamiche e ci sono alcune competenze fondamentali che sono alla base di una carriera di successo: non solo abilità tecnologiche di base, come saper usare l’elaborazione di testi e fogli di calcolo, ma anche abilità interpersonali, come leadership e problem solving.
Da un lato, le aziende dovranno iniziare a considerare le persone come un investimento da valorizzare per assicurare innovazione e coesione sociale piuttosto che un costo da minimizzare; e dall’altro, i governi dovranno riformare nei contenuti e nelle modalità i #sistemidiistruzione per rendere le persone veramente centrali nel mondo del futuro.
La classifica dimostra che si può fare e che alcuni Stati ci stanno riuscendo: stupisce e intristisce dover scorrere questa classifica fino al 35° posto per trovare l’Italia, che però è al 41° posto per tasso di iscrizione alla scuola primaria e secondaria, e addirittura al 107° posto per tasso di disoccupazione e sottoccupazione! E mi fa venire le vertigini vedere l’Italia dietro Paesi come la Bulgaria, la Malaysia o addirittura il Kazakhistan!
Ma chapeau a loro, che con umiltà e visione, hanno profondamente riformato i sistemi di istruzione per investire tutto sui giovani!
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